Buonanotte Madame (Alessio Biondino)
Da tempo avevo acquistato vo acquistato questo testo avendone intercettato il titolo e brevemente la sua trama sui social e da tempo mi ripromettevo di leggerlo, anche perché è scritto da un collega che non conosco personalmente ma per quanto scrive su Nursetime. Di norma i nostri colleghi si cimentano con testi di interesse professionale con particolare riguardo alle tematiche tecnico-assistenziali ma pochi affrontano la tecnica del romanzo. Quella di Alessio Biondino è una scelta felice, è un testo che si legge scorrevolmente e che ti “prende” emotivamente e confesso di aver vissuto con Alessio (mi permetto di rivolgermi a lui amichevolmente con il tu) le sue emozioni e di essermi commossa con lui nell’ultima parte del testo. Alessio ci porta attraverso una esperienza unica, arricchente, che ci mostra, qualora ce ne fosse bisogno, i valori positivi della nostra professione, la passione e il vero significato del “prendersi cura”. (leggi la recensione)
Il Regno di Op (Paola Natalicchio)
l titolo di questo libro ha il sapore delle fiabe, scelto dall’autrice per rendere più accettabili le parole “Oncologia Pediatrica” poste all’entrata del reparto dove ha trascorso giorni interminabili, perché a suo figlio ad appena due mesi è stata riscontrata una rara forma tumorale. Nella nostra logica della vita nessun bambino dovrebbe finire... (leggi la recensione)
Curare è prendersi cura (Franco Mandelli)
Ciò che fin da subito ha colpito la nostra attenzione è stato il titolo: CURARE E’ PRENDERSI CURA. Una affermazione forte che noi infermieri sentiamo nostra perché è nel nostro Dna il concetto del “prendersi cura” della persona. E allora perché stupirsi? Lo stupore è perché è un medico che lo dice, perché abbiamo sempre , erroneamente, pensato che il “prendersi cura” è una competenza solo nostra, ed ecco che un po’ di “sconcerto” è serpeggiato perché taluni hanno pensato: come può, un medico, parlare del prendersi cura che è proprio dell’infermiere? (leggi la recensione)
Nessuno sa di noi (Simona Sparaco)
E’ un romanzo intenso, drammatico che affronta un argomento complesso che riguarda la vita e la morte quello dell’aborto terapeutico e le scelte dolorose che si devono affrontare, scelte laceranti che per tutta la vita lasciano una cicatrice. Fin dall’inizio si percepisce quasi un “ respiro sospeso “, è una sensazione che non ti lascia mai data da un’accurata scelta di alcune parole, di alcune immagini, di alcune frasi profonde e sferzanti.
La trama racconta di Luce e Pietro, una coppia che attende un figlio dopo anni di tentativi fatti di calcoli esasperanti con calendario alla mano, di “sesso a comando”, di speranzose attese poi smentite. La coppia è felice per questa gravidanza ormai quasi insperata quando durante l’ecografia i parametri fetali danno un responso di “ displasia scheletrica”.(leggi la recensione)
Turno di notte (Cristina Cattaneo)
l’autrice, dott.ssa Cristina Cattaneo, è l’antropologa forense, l’anatomopatologa più conosciuta d’Italia citata da molti quotidiani e servizi televisivi perché ha contribuito a risolvere molti fra gli ultimi e più noti casi di cronaca nera.Questo testo, tra quelli da lei editi, è quello che ha uno stile più si avvicina al romanzo.(leggi la recensione)
Cosa sognano i pesci rossi (Marco Venturino)
E’ un libro che non lascia indifferenti, la sua lettura ci riporta alla mente come una malattia ci fa entrare in un mondo che non è il nostro e al quale non siamo abituatati. L’autore, che è un medico anestesista racconta la storia con un linguaggio chiaro e scorrevole ma ricercato al tempo stesso, il titolo “Cosa sognano i pesci rossi”, è originale e se ne comprende il senso nello scorrere della lettura. I pesci rossi sono i malati di terapia intensiva, quei malati dei quali a volte non sai se usciranno da li per un altro reparto o coperti da un lenzuolo bianco. Si racconta della quotidianità della terapia intensiva... (leggi la recensione)
Deserti dell’anima ( Adolf Guggenbühl-Craig)
L’autore, una psicoterapeuta junghiano di origine svizzera con questo libro di poche pagine ma dalla profondità non comune, ci accompagna in una continua riflessione sui limiti, le psicosi e la disabilità. La domanda che il testo propone, come riflessione sui limiti, è: i limiti vanno superati o accettati? Ci sono due visioni contrapposte (Leggi la recensione)